Biography, reviews, texts

A press review of the exhibition at Gallery Open Mind, Milano, by Carlo Mola (in Italian)

25/10/2009
from the Broken Images series, Prasomaso Sanatorium
Ferite di Prasomaso


Da tempo siamo risoluti a parlare delle opere di un artista che vorremmo far conoscere a tutti i nostri lettori. Si tratta del concittadino Cesare Bedogne’ che ha presentato nell’Aprile scorso una serie di sue stupende fotografie alla Galleria Open Mind, di Via Dante 12, in Milano.
Ora la stessa mostra e’ approdata alla Gallery Ch’i al numero 293 di Grand Street di Brooklyn (New York) dove rimarra’ aperta sino al 24 Gennaio 2005. Chi e’ riuscito a visitare quella mostra di Via Dante non ha potuto che restare profondamente commosso e turbato. Commosso perche’ l’artista ha fotografato in bianco e nero, con una volonta’ forte, forse in parte spietata, comunque raggelante e agghiacciante, ma e’ un ghiaccio che freme, cio’ che rimane del Sanatorio di Prasomaso. Luogo abbandonato, coperto di polvere, sudicio “sventrato”, dove non si sono fermate nemmeno le memorie di tanto soffrire. “Conosci te stesso” ha voluto chiamare questa mostra Cesare Bedogne’. Anzi in lingua greca, come la pietra incisa dell’Oracolo di Delfi. Questa serie di fotografie d’arte e’ il riscatto non solo di una storia perduta, di vicende perdute, ma la forza che hanno le cose e, con esse, la fotografia quando raggiunge significati e momenti cosi’ alti per indagare su spazi lasciati aperti nella mente e nell’anima. Brandelli. Ferite. Poche volte e solo la fotografia e, qualche volta, il cinema rendono questa veemente emozione. La pittura, il disegno e la scultura percorrono altre emozionanti strade. Un artista che pone nelle sue composizioni fotografiche l’esatta precisione della matematica pura in cui Bedogne’ e’ laureato e profondo cultore. Forse l’esatta spietatezza di una scienza che non concede scorrimenti errati, repliche inutili e concessioni. Ma proprio per questa sua estrema esattezza non dovremmo definirla spietata, piuttosto vicina alla perfezione e forse vicina alla poesia e, per noi, vicina alla Verita’.
Non e’ facile dire altro. Ci ricordiamo soltanto che e’ stato difficile uscire dalla Galleria di Via Dante dove sono state esposte le fotografie di Cesare Bedogne’. Fuori la folla che passeggiava continuava la sua inesausta voglia di conversare, di ridere, di soffermarsi davanti alle vetrine. Ma in quella galleria fremevano ancora le immagini della devastazione che diventava incubo e sogno. Ecco la forza autentica della fotografia e di un vero artista.


(Carlo Mola, Dicembre 2004)